mercoledì 22 aprile 2009

MAZAL TOV

Tutte le volte che avvertiamo un malessere pensiamo sia un fenomeno passeggero. Se persiste, andiamo dal medico, facendoci coraggio e sperando che non sia nulla di grave: spesso è così. Talvolta, invece, il responso sanitario è durissimo. Come è accaduto a Luana Colletti. Tumore al seno disse il medico; una diagnosi che la colpì violentemente. Non capiva e non accettava: ma era impossibile cambiare il corso degli eventi. Era necessario affrontare il male a viso aperto: senza esitazioni e tentennamenti. Così Luana si fece forza e percorse - con coraggio e vigore – il sentiero della malattia. Durante il cammino avrebbe incontrato altri eventi infelici: non si piegò. Lottò senza sosta e senza esitazione. Alla fine della notte: la luce. L’alba di una nuova vita con la figlia Lidia e due cagnolini. Ma il percorso fu arduo. Per raggiungere la meta furono necessarie un’operazione bilaterale radicale e otto chemio. Oggi Luana è impegnata nell’associazione Chelidon (www.chelidononlus.it) che si occupa del sostegno psicologico alle donne e alla famiglia per le neoplasie al seno. Chelidon organizza gruppi di lavoro psicologico tra donne per elaborare la paura e il dolore del tumore. Svolge anche attività artistiche e seminari. Da quell’esperienza è nato un libro di poesie Aprendo spazi. Un titolo che fa pensare a una porta chiusa da troppo tempo che solo ora si apre. Come se quanto accaduto avesse svelato a Luana un mondo sconosciuto. Probabilmente è così. Il sottotitolo ho trovato il tempo di gustare ci fa pensare alle tante occasioni perdute. Quante volte non andiamo al cinema con i nostri figli perché c’è qualcosa di più importante (ma cosa?). Quante volte pensiamo di trascorrere un week-end con una persona cara; ma, invece di partire, valutiamo e aspettiamo finché tutto sfuma via. Come una nuvola che, spinta dal vento, si dissolve all’orizzonte. Il libro è dedicato alla figlia Lidia “allo splendore che già è, alla meravigliosa donna che sarà”. Nella prefazione Simonetta Brighi (che conosce da sempre Luana essendo stata sua insegnante) scrive che Luana è come in bilico tra una situazione di normalità e un oltre profondo e segreto. Questo ben si comprende leggendo i suoi versi che ci conducono verso sconosciuti mondi interiori. Le poesie di Luana ricordano gli acquerelli, forse grazie anche alla gradevole e particolare veste grafica. Uno stile tenue, leggero ma talvolta – all’improvviso – affiora la spatola. Come i gatti; simpatici animali ma che – ricordiamolo sempre - appartengono alla famiglia dei felini. I titoli sono refoli che, scuotendoci dal nostro torpore, ci riportano alla vita. La poesia più bella (almeno quello che prediligo) è Sola. “Sola come gli scogli davanti al mare in tempesta…” Scogli che però oppongono una strenua resistenza alle onde del mare che si infrangono con forza e vigore: inesorabilmente e senza tregua. Ma dopo l’impatto sulla roccia si disperdono in milioni di gocce d’acqua inoffensive. Eppure ci avevano intimoriti; come gli ostacoli che incontriamo nella vita. Dopo sembrano niente; eppure appena apparsi all’orizzonte, sembravano terribili. E Luana in Voglia di vivere ricorda: “se ci sono ostacoli che ho messo nella mia vita è per imparare a superarli; se talvolta sono alti e perché ho iniziato a saltare”. E poi si ricomincia, scalino dopo scalino, tenendo a mente quelli superati: sono la nostra forza e il nostro orgoglio. In Meditando riecheggiano echi cabalistici “All’improvviso ero nell’universo fuori – tutto – e l’universo subito dopo era in me – vasto e multiforme”. Ma vi è anche il mare interiore di Cambiamento ”Trema tutto intorno e nei miei abissi, il mare soffia dentro come tempesta,“ ma la speranza è che “possa io stanotte udirne lieve la musica tra le rocce e le acque dei sogni”. Sì Luana: il mare si è ormai placato e le sue onde sono solo un pallido ricordo della furia passata. Una brezza leggera le increspa e il sole dardeggia all’orizzonte. E tu, come un albatro, voli, tranquilla e serena, verso l’infinito. Mazal Tov.

Tonino Nocera

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