domenica 16 dicembre 2007

CAMERATESCHE CONTESTAZIONI

Il portavoce romano di Forza Nuova ha contestato i lavori del convegno (definito dai forzanovisti convention sionista) sui dissidenti nel mondo islamico svoltosi a Roma, lo rivela il sito della formazione politica che denuncia il silenzio della stampa sulla loro iniziativa.
Secondo F.N. si tratta sempre e comunque di un complotto sionista.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ma come si fa a formare coalizioni con questo movimento
così antisemita e antiamericano? Eppure spesso il centrodestra così formalmente amico
di Israele e degli Stati Uniti lo fa. Ma anche la Lega non è da meno basta leggere la Padania.

domenica 9 dicembre 2007

OCCUPAZIONE

A Saint Vincent è stato assegnato il Premio "Donna dell'Anno" a Lily Traubmann israeliana e
a Ayesh Nayla, palestinese. Quest'ultima ha dichiarato che: "Non ci potrà essere pace fin quando
durerà l'occupazione".
Peccato che abbia dimenticato Gaza dove gli israeliani non ci sono da due anni ormai.
In cambio hanno ottenuto Kassam a valanga e le condizioni di vita dei palestinesi non
sono migliorate.
T.N.

giovedì 6 dicembre 2007

INIZIATIVE

Segnalo tre iniziative interessanti

1) Un convegno che si svolgerà a Roma dal 10 all'11 dicembre organizzato
dall' Adelson Institute di Gerusalemme e dalla Fondazione Magna Charta.
"La battaglia per la democrazia nel mondo islamico".

2)Una mostra a Gerusalemme sui rapporti tra Italia ed Ebraismo
"Roma e Gerusalemme un ponte lungo venti secoli"
qui l' articolo di R. A. Segre su Il Giornale del 6.12.2007
Clicca sul link seguente per leggere l'articolo: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=22809


3)
Bassam Eid: un dissidente palestinese all'Università di Torino

Mercoledì 12 dicembre, alle ore 12.00, nell'ambito del corso di Geografia Culturale (prof.ssa Daniela Santus) della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Torino, in aula 5 del Palazzetto A. Moro (V. S.Ottavio 12 Torino), il Direttore del Centro Palestinese per il Monitoraggio dei Diritti Umani (Ramallah), dott. Bassam Eid, terrà una lezione su:
“La battaglia per la democrazia e i diritti umani in Palestina”
Bassam Eid è un giornalista palestinese, oltre che un attivista per i diritti umani. Tra il 1988 e il 1995 ha scritto per quotidiani palestinesi come "Al-Quds" e "Al-Nahar", oltre che per il New York Times, il Washington Post, The Guardian e molti altri. Attualmente è Direttore del Palestinian Human Rights Monitoring Group (PHRMG), dopo aver lavorato per sette anni come ricercatore presso l'associazione pacifista israelo-palestinese B' T Selem. Nel 1992 ha ottenuto il Premio Emil Grunsweig per i Diritti Umani; nel 1996 il premio McGill/InterAmicus Robert S. Litvak Memorial Human Rights, sempre per la sua difesa dei Diritti Umani. Nel 1999 la Fondazione Gleitsman gli ha ulteriormente conferito l'International Prize Activist, riconoscendo il suo continuo sforzo per portare la pace in Medioriente. Nel 2002 ha ricevuto, dalla città di Siena, il premio Informazione senza Frontiere.
Il Centro che Bassam Eid attualmente dirige monitorizza tutte le violazioni dei Diritti Umani, comprese quelle compiute dall'Autorità Palestinese e da Hamas.

Le parole di Bassam Eid:
"Il principale ostacolo sulla via del rinnovamento nei territori palestinesi è rappresentato dagli 'Abu', una generazione di politici che non intende ritirarsi e permettere ai giovani di emergere e traghettare il Paese verso la pace", ha denunciato il giornalista palestinese. "Ci avevano detto che con la morte di Abu Ammar (Yasser Arafat, ndr), ci sarebbe stato il salto di qualità, ma poi è arrivato Abu Ala, seguito da Abu Mazen e da altri Abu, tutti uomini provenienti dalla lotta armata e con un bagaglio di odio e di conti da regolare", ha aggiunto Eid. Bassam Eid non crede che il governo d'unità nazionale annunciato da Hamas sia una soluzione ai principali problemi della società palestinese. "Il problema siamo noi, è dentro di noi, è una questione culturale che non può essere risolta con rimpasti governativi e nuove alleanze politiche". "I disastri provocati dal governo di Hamas - ha insistito Eid - sono tali da far rimpiangere ai palestinesi di Gaza i tempi dell'occupazione israeliana". Commentando il tema della seduta, il terrorismo suicida, Bassam Eid si è espresso apertamente contro ogni azione suicida. "In nessuna circostanza, in nessun modo e per nessuna ragione, si può uccidere altri, immolando il proprio corpo", ha detto. "Su una terra bagnata di sangue non possiamo costruire la nostra casa all'ombra dell'ulivo della pace", ha concluso l’esperto (Giordano Deneri Agenzia Radicale 14 settembre 2006; http://www.siciliaradicale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=542&Itemid=33 ).

martedì 4 dicembre 2007

D'ALEMA

In un incontro con gli alunni di una scuola romana Massimo D'Alema si è dichiarato contrario
alle nozze per gli omosessuali perchè offenderebbe il sentimento religioso di molti italiani che
considerano il matrimonio un sacramento. Non riesco a comprendere come possa offendermi
ciò, ma se così fosse dovrebbero offendermi anche i tanti pubblici concubini che abbondano
tra i parlamentari. Che fare? Farli decadere dal mandato sino a quando non regolarizzano
la loro posizione dinanzi alla Chiesa? Già, ma chi resterebbe in parlamento? Chi scrive ha atteso
anni per una decisione del Tribunale Ecclesiastico ma è stanco di sentire parlare di valori familiari da parte di chi cambia moglie o compagna con disinvoltura e quando va bene è sposato solo civilmente.
Ma la parte migliore di D'Alema è quando imputa alle crociate l'effetto scatenante del terrorismo.
Saranno le cattive compagnie mediorientali?
Shalom, Tonino.

p.s. tutto è scritto sul Corriere della Sera del 4.12.2007

domenica 18 novembre 2007

SHOAH

Secondo una ricerca della dr.ssa Miri Scharf dell'Università di Haifa i discendenti
di sopravvisuti alla Shoah soffrono di maggiori difficoltà emotive rispetto al resto
della popolazione. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica statunitense
Development and Psychopathology.

venerdì 16 novembre 2007

FATTI E PAROLE

In questi mesi si è parlato di una divisione di Gerusalemme. Una parte sotto sovranità israeliana; un'altra allo stato palestinese; uno status speciale per i luoghi sacri.
Tutto ciò ha causato un aumento delle richieste di cittadinanza israeliana da parte
di palestinesi nella Città Santa.
Shalom, Tonono

mercoledì 14 novembre 2007

GOSSIP

La nuova compagna di Fini ha dichiarato che si frequentano da due anni.
Quando la frequentava era ancora sposato con Daniela? E dopo aver aderito
al family day correva da lei?E ancora. I cattolici possono votare per politici
che nella vita privata si comportano in maniera diversa da come predicano?
Qualche sacerdote ha qualcosa da dire? Non sarebbe il caso di tornare
al cavourriano LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO?
Nei giorni scorsi sono stati pubblicati alcuni articoli su la Sacra Rota.
Ho affrontato anche io il lungo iter che porta alla dichiarazione di nullita.
E' un affare interno della Chiesa e dei cattolici. Così come le leggi del parlamento
(DICO) riguardano la Repubblica. Tra l'altro i parlamentari godono già di una
assicurazione che tutela i conviventi. E' morale?
Scrivo questo perchè - per difendere la famiglia - non vorrei essere costretto a
votare Bertinotti che è sposato con la stessa donna da tanti anni.
Bye. T.N.

martedì 13 novembre 2007

CRISTIANI NEL MONDO ARABO

Sarebbero 1.100.000 (il 35% della popolazione) i cristiani che vivono negli Emirati Arabi Uniti.
Di essi 900.000 sono cattolici, il loro pastore è Paul Hinder, Vicario Apostolico di Arabia.
La sua giurisdizione comprende sei stati: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Baherein,
Oman e Yemen. Hinder risiede ad Abu Dhabi.
Si tratta per lo più di immigrati indiani e filippini. Cosa ci riserba il futuro?
Noi parliamo spesso di Eurabia, come potremmo chiamare quelle realtà?
Tonino Nocera

mercoledì 7 novembre 2007

ATTENZIONE

Meditiamo tutti in silenzio su quanto detto da Pacifici.


Pacifici (ebrei romani): la xenofobia sta montandoGiusti provvedimenti del Governo ma evitare espulsioni di massaROMA - Il portavoce della Comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, critica il "sentimento di xenofobia" che, dopo i recenti fatti di cronaca che hanno visto alcuni cittadini romeni oggetto un'aggressione di ritorsione per la morte di Giovanna Reggiani, "sta montando in Italia".A margine di una cerimonia presso la Sinagoga di Roma per premiare la senatrice a vita Rita Levi Montalcini dopo le contumelie rivoltele da Francesco Storace (Destra), Pacifici, intrattenendosi con i giornalisti, ha sottolineato la "degenerazione del confronto politico". Il portavoce degli ebrei romani ha citato, oltre al caso della Montalcini ("su alcuni siti e blog abbiamo trovato frasi come 'torna a lavorare nel ghetto'") ma anche i recenti attacchi al giornalista Gad Lerner e al professore Giorgio Israel. "Sono indignato che venga attaccato un giornalista come Gad Lerner, dal quale dissento su tutto per quanto riguarda le posizioni politiche, in quanto ebreo. Poi - ha proseguito Pacifici - si passa a insultare i rom, gli zingari e i diversi. Il sentimento di xenofobia sta montando. Sono giusti tutti i provvedimenti sulla sicurezza presi dal Governo - ha proseguito il portavoce degli ebrei romani - ma non ci possono essere punizioni collettive".Pacifici, che non ha esitato a chiamare in causa anche la responsabilità dei "Governi precedenti" ha sottolineato, poi, che le condizioni di vita nei campi nomadi sono "le peggiori possibili" ed ha espresso infine la "solidarietà degli ebrei romani alla comunità romena".(Apcom, 7 novembre 2007)

domenica 4 novembre 2007

GERMANIA

Si è aperta a Berlino una mostra dedicata alla prostituzione forzata nei lager.
Fu Himmler a disporre la creazione di postriboli nei lager. Le donne dovevano
essere germaniche di razza ariana in casi eccezionali erano ammesse donne
polacche: mai ebree o zingare. Si trattava di donne condannate per reati comuni o
per aver violato le leggi naziste che vietavano rapporti sessuali con non ariani.
La prima casa di tolleranza fu aperta nel giugno 1942 a Mauthasen.
Non potevano accedere i prigionieri russi ed ebrei. Doveva essere presentata domanda
al comandante del campo che comunicava l'esito pubblicamente durante l'appello
mattutino. Era ammesso solo un coito in posizione normale e una ss vigilava attraverso
una finestrella che la norma fosse rispettata. Alla Liberazione le donne coinvolte
erano dei rottami umani. Un altro orrore nazista che solo oggi comincia ad essere
noto.
Ma nonostante ciò in Germani sempre più donne aderiscono a gruppi neonazisti.
Anche loro sono razziste e antisemite ma sono meno individuabili. Questo rende
più facile la loro opera di proselitismo.
"La cagna che li ha partoriti è ancora in calore"
T.N.

giovedì 25 ottobre 2007

PROPOSTE DI PACE E ERRORI TECNICI

Su Il Riformista di mercoledì 24 ottobre 2007 lo scrittore israeliano Sami Michael
propone di spostare la capitale israeliana da Gerusalemme a Tel Aviv e quella del
futuro stato palestinese a Ramallh.
Michael svolge in pieno il proprio ruolo di intellettuale: consigliare, suggerire, riflettere, proporre.
Ai governanti, invece, spetta l'arduo ruolo di scegliere ciò che è più giusto per il proprio
paese. Compito difficile ovunque: difficilissimo in Israele.
Ma mentre con questa proposta di Micahel, Israele si conferma uno stato democratico dove
si discute e dove tutti godono della libertà di parola in Germania un impiegato della Ambasciata
aghana è stato licenziato.
Perchè?
Per errore aveva invitato un diplomatico israeliano a un ricevimento presto l'ambasciata afghana. Il portavoce del Ministero degli Esteri afghano ha spiegato che si è trattato di un errore tecnico.
Meno male.
Non oso pensare quale sorte sarebbe toccata al povero impiegato se lo avesse fatto intenzionalmente.
Tonino Nocera.

lunedì 22 ottobre 2007

I RAGAZZI DELLA NAZIONALE CADETTI DI BASEBALL


ELLIOT ABRAMS

Sappiamo finalmente perchè non si raggiunge la pace in Medio Oriente.
E' tutta colpa di Elliot Abrams. Lo rivela Il Manifesto del 21.10.2007.
L'articolo è interessante perchè dimostra qual è l'approccio di alcuni
giornali al problema mediorientale. Evitare i fatti e inventare favole.
Nell'articolo non vi è traccia dei Qassam, dei tre soldati israeliani rapiti
(a proposito qualcuno se ne ricorda?), del Libano ostaggio delle milizie nazifasciste,
di Gaza dove i cristianio sono perseguitati.
Nulla di tutto ciò. Solo un comodo capro espiatorio.
Shalom.

sabato 20 ottobre 2007

MASTELLA

Mastella ha respinto sdegnato di essere massone.
E' strano considera infamante la Libera Muratoria
e non il suo nepotismo.
Strano paese il nostro nel mondo anglosassone sono tanti i politici massoni
ma pochi che scambiano le istituzione per cosa (o casa) propria.
Shabbath shalom, Tonino Nocera

venerdì 19 ottobre 2007

REPUBBLICHINI E PARTIGIANI

Sono stato a Roma all'Ambasciata di Taiwan presso la Santa Sede per un ricevimento
nell'anniversario della Festa della Repubblica (10 ottobre) e non ho aggiornato il blog.
Ho letto del capomanipolo Storace e dei suoi comportamenti. Così come in Germania
alcuni suoi camerati si sono fatti fotografare a Dachau con il saluto romano.
Triste ma prevedibile quando si abbassa la soglia di guardia; quando si sostiene che
partigiani e repubblichini erano uguali!
Per questo week-end vorrei farvi ascoltare Ute Lemper che ha tenuto un concerto a
RC ma non è possibile; vi posso solo far leggere questo articolo su nun personaggio misterioros: Sir Basil Zaharoff.
Shabbat shalom, Tonino.






Tra i personaggi che vissero a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il più misterioso fu senz’altro Sir Basil Zaharoff, al quale ben si adatta la definizione di Ruyard Kipling: “per metà diavoli e per metà fanciulli”.
E’ difficile narrare la storia di un uomo così enigmatico anche perchè lui stesso tendeva a rendere la sua vita ancora più oscura. Aveva posto una barriera tra sé e il mondo ed era indifferente alle opinioni altrui sul suo conto. Le testimonianze dell’epoca sono poi rare e spesso discordanti. Affermato e ricco Zaharoff sarà nominato Baronetto e insignito della Legion d’Onore. Si troverà a suo agio a Londra e a Parigi come a Montecarlo.
Ma da dove proveniva? Quali erano le sue origini? Perché fa di tutto per rendersi misterioso? I documenti che lo riguardano non si trovano. Quando acquista un castello in Francia compra tutte le cartoline che lo riproducono e vieta di stamparne altre. Non ama apparire e farsi notare.
Ma negli ultimi anni di vita si dedica a opere benefiche. Un premio letterario in Francia; un centro medico ad Atene; sostiene economicamente molti studenti greci a Parigi. Cede uno splendido palazzo a Parigi per l’ambasciata del Regno di Grecia che lo premia con la Croce dell’Ordine del Salvatore.
Il suo stile di vita era estremamente spartano. Quando sedeva al Cafè di Paris di Montecarlo consumava solo una bottiglia di acqua minerale, pagava regolarmente l’importo esatto e non dava mai la mancia.
Ma prima di Basil Zaharoff è necessario parlare della sua famiglia e di quanto accadde nel 1821 a Costantinopoli - grande e cosmopolita capitale dell’Impero Ottomano - dove i turchi assaltano i quartieri abitati dai greci che scappano verso la Russia.
Tra i profughi c’è una famiglia di nome Zacharios o Zacharias, che secondo alcuni è una forma grecizzata di Sahar o Zohar che sarebbero nomi ebraici. In Russia il cognome si trasforma in Zacharoff ossia Sahar più la desinenza russa off. La famiglia si stabilisce prima a Kiscinev in Bessarabia e poi a Ociakov piccolo porto sul Mar Nero nei pressi di Odessa che sarà meta di un successivo trasferimento. Dopo qualche anno torna a Costantinopoli dove il capofamiglia si dedica al commercio di tessuti intrattenendo rapporti commerciali con il Regno Unito. A Mugola, un paese fra i monti dell’Anatolia, nasce il 6 ottobre 1849 il nostro uomo. Non c’è nessun documento che lo attesti; o meglio c’è, ma è singolare. Si tratta di una dichiarazione del 1892 in cui Joannis Diamantopoulos e Alexandre Georgiu attestano che il 6 ottobre 1849 è nato a Mugola Zacharie Vasilou Zacharoff e sempre nella stessa città è stato battezzato l’8 ottobre successivo. Quindi due persone dichiarano quanto accaduto 43 anni prima con notevole precisione. Una memoria non comune.
Costantinopoli offre molte opportunità per un giovane sveglio e ambizioso come Zaharoff che comincia come guida turistica per turisti danarosi. Ruolo che, secondo alcuni, comprendeva anche l’attività di prosseneta.
In seguito Zaharoff lavora con uno zio materno che oltre a un compenso fisso gli promette una percentuale sui guadagni. Ma la somma promessa tarda e allora Zaharoff decide di prelevarla personalmente dalla cassa. Subito dopo va (o fugge) a Londra, dove - raggiunto dalla denuncia dello zio - è arrestato. Il processo si presenta difficile per Zaharoff che non può dimostrare la propria innocenza ma, casualmente e improvvisamente, trova la dichiarazione scritta dallo zio ed è assolto. Sembra di essere in una novella delle Mille e una notte. Il processo, ampiamente commentato dai giornali londinesi dell’epoca, contribuisce a renderlo famoso.
Chiusa la parentesi londinese si trasferisce ad Atene in cerca di fortuna. Qui è protagonista di un episodio degno de Il Conte di Montecristo.
Il Mikra Ephimere ossia Il piccolo giornale scrive che Zaharoff è rimasto ucciso durante un tentativo di fuga da Garbala, la prigione di Atene. Ma un uomo politico, Stephanos Skuludis che lo ha sempre aiutato e difeso dalle maldicenze sul suo conto, non crede a tutto ciò. Intraprende perciò un’indagine personale e scopre che Zaharoff non è mai stato detenuto. Però c’è stato un tentativo di fuga culminato con la morte dell’evaso. A questo punto, come nei migliori romanzi d’appendice, si impone una riesumazione del cadavere, ma i resti mortali non appartengono a Zaharoff. Un giornalista, rivale d’amore di Zaharoff, si è inventato la storia. Ma ad Atene avviene l’incontro decisivo per la sua vita: un capitano svedese che rappresenta la ditta inglese Nordenfeldt, una delle maggiori industrie d’armi. Lo scandinavo cerca qualcuno che possa sostituirlo: Zaharoff fa al caso suo. Dopo quell’incontro, sarà tutto un crescendo. Immediatamente riesce a far commissionare una consistente ordinazione di artiglieria alla Sublime Porta. E’ l’inizio di una leggenda e di una carriera nel mondo dei mercanti d’armi. Si stabilisce a Parigi. E’ un giovane elegante. Sembra uno dei tanti damerini che animano la brillante vita parigina. Ma un osservatore attento noterebbe il passo da belva, pronta a ghermire senza pietà. Anche lo sguardo è molto indicativo: duro e deciso. La mancanza di guerra non fermano gli affari, anzi i periodi di pace sono i più proficui perchè ci si prepara acquistando armi. Inoltre, durante le guerre tutte le industrie si dedicano a produrre armi e la concorrenza è spietata. Zaharoff rappresenta la ditta Nordefeldt per i Balcani: un’area interessante. Il malato d’Europa è in agonia e le grandi potenze smaniano dalla voglia di dividersi le spoglie.
La sua ditta in quegli anni ha un nuovo articolo: il sottomarino. Come tutti i nuovi prodotti è difficile da vendere, bisogna superare pregiudizi e ostilità verso tutto ciò che è nuovo. Ma Sir Basil non si perde d’animo riesce a venderne due alla flotta greca e subito a quella turca. I russi nemici storici dei turchi non restano indietro: due sottomarini anche per loro. Questa sarà una caratteristica costante della carriera di Zaharoff; essere fornitore di entrambi gli schieramenti. Niente di personale: solo affari. Il traguardo dei quarant’anni vede Zaharoff a San Pietroburgo dove diventa amico del comandante dell’artiglieria imperiale: un contatto prezioso. Intanto, cominciano a diffondersi voci sul suo conto. Lui non smentisce nulla, ma lascia filtrare altre notizie. Tutto contribuisce ad aumentare il mistero su di lui. Diventa difficile distinguere ciò che vero da ciò che è frutto di fantasia. Una sapiente operazione di confusione che stende un alone di mistero e soprattutto impedisce di conoscere realmente qualcosa sulla sua vita. Si diffondono molti aneddoti sui metodi usati per convincere i clienti. Nel corso di un ricevimento nasconde una banconota di mille rubli nel portasigarette e offre una sigaretta al suo interlocutore, il quale subito ne chiede un’altra. E che dire del lampadario di una casa privata che chiede di acquistare, in quanto collezionista di lampadine, per centodiecimila rubli. La risposta del proprietario è che essendo un antico cimelio di famiglia può cederlo solo per centocinquantamila rubli. E per finire la storia del panfilo. Trovandosi a colloquio con un alto esponente dell’Ammiragliato ricorda il panfilo regalato al suo predecessore. Immediata la reazione dell’interlocutore che dichiara di non essere disponibile ad accettare regali. Zaharoff replica con altrettanta indignazione che non era sua intenzione donare il panfilo ma solo venderlo per dieci sterline. Il funzionario si tranquillizza e chiede di acquistarne due: uno per sé e l’altro per il figlio.
Ma ben presto Sir Basil lascia San Pietroburgo e nel frattempo incontra - su un treno svizzero diretto a Parigi - la persona che avrà un ruolo fondamentale nella sua vita: Maria del Pilar Antonia Angela Patrocinio Simona de Muguiro y Beruete. Una nobildonna spagnola che dopo il matrimonio con il duca di Marchena, cugino del Re di Spagna Alfonso XII, è diventata duchessa di Villafranca de los Caballeros. Ma dietro i titoli e i nomi altisonanti si nasconde una grave tragedia. Il marito è affetto da disturbi psichici che secondo i medici lo condurranno presto alla morte. La duchessa è affascinata da Sir Basil, ma da cattolica non pensa minimamente al divorzio e si prepara ad aspettare la morte del marito. Una lunga attesa che durerà 30 anni. Si sposeranno il 22 settembre 1924 nel municipio di Arronville vicino Parigi. Settantasette anni lui, settanta lei. La loro residenza sarà il castello di Balincourt appartenuto alla baronessa Carolina de Vaughan, moglie morganatica di Lepoldo, re del Belgio. Ma il matrimonio non durerà a lungo; dopo un anno e mezzo la neosignora Zaharoff muore.
Intanto Zaharoff consolida la sua posizione economica e inizia ad operare anche in America Latina. La guerra ispano-americana e quella per la secessione di Panama dalla Colombia sono occasioni che non si lascia sfuggire. Dopo il Sud America è la volta dell’Asia. La Marina Imperiale Nipponica deve far costruire un incrociatore. La scelta si è ridotta a due società inglesi: l’Armstrong e la Vickers presieduta da Zaharoff. Il contrammiraglio Fugi è inviato in Inghilterra per individuare l’offerta migliore e opta per quella della Vickers. Si conosceranno in seguito i suoi rapporti di amicizia con Zaharoff e le somme di denaro ricevute. La guerra russo-giapponese sarà fonte di notevoli guadagni. Qualcuno inizia a parlare di un vero e proprio metodo Zaharoff. Di cosa si tratta? Individuare la persona da contattare e scoprire tutto di lui: passioni, segreti, gusti. Meglio se si lavora con più persone; opereranno tutte per tenere celato il segreto. Armare contemporaneamente due stati nemici. Favorire i pagamenti dilazionati e aiutare a contrarre prestiti. Bisogna anche invogliare gli acquirenti facendoli sentire minacciati. A questo servono le entrature negli alti comandi militari e nei consigli dei ministri ma anche tra i giornali che enfatizzano minacce reali o le inventano. Tale metodo è più sicuro, quando non è necessario comprare i giornalisti perché si possiedono i giornali. Tra l’altro, oltre ad essere proprietario di riviste illustrate che a sua volta possiedono quotidiani - un lungo giro per depistare – Zaharoff, per sostenere le ragioni delle potenze dell’Intesa durante la Grande Guerra, darà vita ad Atene a un’agenzia telegrafica: l’Agence Radio.
Ma intanto si sviluppa in Europa l’industria nazionale. Tutti aspirano a produrre in casa le armi che servono per il proprio esercito e Zaharoff raccoglie la sfida. Contribuisce alla nascita della Vickers-Terni in Italia. L’orgoglio nazionale è salvo e il portafoglio personale anche.
I congressi e trattati di pace che seguono la Prima Guerra Mondiale vedono l’uomo dalla barbetta a punta esercitare un ruolo occulto e determinante principalmente in quell’area che si avvia a diventare strategica sullo scacchiere mondiale: il Medio Oriente. Emil Ludwig nel suo dramma Versailles riservò una parte anche a Zaharoff che nell’opera afferma: “Auguro a tutti i re e a tutti i ministri una coscienza tranquilla come la mia”. Comincia così un’altra avventura in un settore che sarà strategico per l’economia mondiale: il petrolio.
Addirittura c’è che ci sostiene che riuscirà ad ottenere delle concessioni petrolifere in Algeria, ma non estrarrà il petrolio lo lascerà sottoterra per fini speculativi.
Secondo Christoph Lindeberg - che ne scrisse nel suo libro La tecnica del male - Zaharoff fu uno dei finanziatori di Hitler. E’ vero? E a quale scopo?
Gli ultimi anni lo vedono come un tranquillo pensionato che si ritira in buon ordine dinanzi allo scorrere della sabbia nella clessidra. Ma lo sguardo, ancora una volta, tradisce l’animo determinato. Alla sua morte ci sarà chi si limiterà a commentare che si tratta di una falsa notizia essendo Zaharoff morto da tempo.

Tonino NOCERA

sabato 29 settembre 2007

DIALOGO

Nei giorni scorsi si è parlato a lungo di dialogare con Hamas;
senza specificare quale avrebbe dovuto essere l'oggetto del dialogo.
Così come si è invitato Israele a sospendere il boicottaggio;
dimenticando il lancio dei Kassam.

Ma sentiamo cosa ha risposto il presidente palestinese Abbas
a una domanda posta da Susanne Knaul del giornale tedesco Taz.

Ci sono sempre più politici che fanno pressioni per una ripresa del dialogo con Hamas.
Lei che ne pensa?

Hamas fraintenderebbe un' eventuale cessazione del boicottaggio pensando che il mondo adesso
lo riconosce. Con questo diminuirebbero le chance di far cessare la lotta di stato nella
Striscia di Gaza. Ogni contatto con Hamas è un grosso sbaglio, probabilmente mortale.

T.N.

martedì 25 settembre 2007

Doppi cognomi

OLMERT

perchè è accusato di aver comprato una casa a un prezzo più basso di quello corrente.
Mediate amici della sinistra quando inveite contro Israele.
E' una democrazia dove vige il rispetto della legge per tutti.
Un cordiale shalom. Tonino.

Doppi cognomi

Il Corsera di oggi (25.9.2007) riporta questa dichiarazione di Diliberto:
"Io di quelli col doppio cognome non mi fido. Non stanno dalla parte dei lavoratori".
E chi ha più nomi come il sottoscritto?
Antonino Fabio Massimo e chi si chiama Pierluigi o Gianfranco?
Ma forse Diliberto gradisce nomi brevi come Hugo (Chavez) perchè si è più
educati. O forse non era Diliberto ma qualcuno che si spacciava per lui.
Per parlare di cose più serie ricordo quanto dice oggi Goldkorn sul suo blog su
L'Espresso; e' stata aperta un'indagine penale sul premier israeliano Olmert.
perchè?

giovedì 20 settembre 2007

Nel 1483 Eliazar Parnas copiò con la mano sinistra il commento di Averroè agli Analytica posteriora di Aristotele nella traduzione arabo-ebraica di Yaaqov Anatoli.
Per ricordare questo amanuense ho deciso di intitolare a lui il mio blog.
Intanto leggete di seguito un mio articolo su Mario La Cava.
Shalom e a presto. Tonino Nocera.


Il 10 aprile 1961 si apriva a Gerusalemme il processo ad Adolf Eichmann e gli occhi del mondo erano su Israele. Il piccolo stato aveva appena dodici anni di vita ed era sopravissuto a due guerre che miravano a distruggerlo. Ma continuava ad esser circondato da stati ostili il cui obiettivo era sempre la sua eliminazione. Ciò nonostante era giunto il momento di assicurare alla giustizia i responsabili della Shoah. Così, Adolf Eichmann - uno dei maggiori carnefici nazisti - fu catturato a Buenos Aires e portato a Gerusalemme per essere processato. Tra i tanti giornalisti che seguivano le udienze c’era anche lo scrittore calabrese Mario La Cava, inviato del quotidiano Corriere Meridionale di Matera. La sua esperienza in Eretz Israel è oggetto del libro Viaggio in Israele, pubblicato nel 1967 dall’Editore Fazzi di Lucca e poi ristampato nel 1985 da Edizioni Brenner di Cosenza. Sono passati più di 40 anni, ma le riflessioni di La Cava - ancora valide e attuali - meritano di essere riproposte. Mario La Cava era nato a Bovalino, un paese in provincia di Reggio Calabria sulle sponde del Mar Jonio, dove visse senza quasi mai allontanarsi se si escludono gli studi liceali a Reggio e quelli universitari. Prima a Roma dove studiò medicina per due anni e infine a Siena dove conseguì la laurea in giurisprudenza. Ma vivere appartato in provincia non significa estraniarsi dal mondo e ignorare quanto accade. L’attenzione di La Cava verso il mondo è testimoniata non solo dal suo viaggio in Israele, ma anche dai suoi costanti e continui contatti con i maggiori scrittori italiani. Nella sua prefazione La Cava spiega le ragioni del viaggio e risponde alle critiche che già allora erano mosse a Israele: colpevole di avere vinto guerre che miravano a distruggerlo. Come se il fine delle guerre fosse quello di perderle e non vincerle. Però, per molti, quelle vittorie non dimostrano il valore dei vincitori ma la loro arroganza. La Cava sottolinea ed evidenzia, invece, i grandi e positivi cambiamenti che la nascita di Israele ha prodotto. A chi sostiene che gli israeliani siano i nuovi tedeschi; La Cava, contestando queste valutazioni, rammenta che Israele non ha mai festeggiato le vittorie e non ha mai sviluppato sentimenti nazionalistici. Ma come si svolse questo viaggio? Lo scrittore calabrese raggiunge Israele per nave e durante la navigazione incontra un singolare personaggio il dottor Toto C., medico che - dopo un fallimento matrimoniale - si trasferiva definitivamente in Israele, dove l’attendeva un nuovo amore. Un personaggio da romanzo che durante la sosta ad Atene fa perdere loro la nave. Ma il dottor C. tranquillizza La Cava comunicandogli di avere amici e parenti in Israele. Manca solo la consueta frase di tutti gli istrioni: “Non c’è problema”. I due sono costretti a prendere un aereo per Israele. Qui si presentano in casa di Alisa, la fidanzata del dottor C, la cui famiglia di ebrei iracheni accoglie Mario La Cava con molta ospitalità tanto che gli sembra di essere giunto sulle ali d’aquila come nelle antiche profezie. Finalmente il dottor C. incontra Sara la famosa cugina ricca (a suo dire) e qui La Cava ha una spiacevole sorpresa. Sara gli spiega che il dottor C. è un cugino di secondo grado del suo ex-marito e ignora che tipo sia. Presto La Cava si rende conto della vera natura del suo compagno di viaggio a metà strada tra il furfante e il chiacchierone. Infine Sara mette alla porta il dottor C. senza pietà: perché pietà in una situazione come quella significa debolezza. Continua, invece, ad ospitare lo scrittore calabrese, il quale vorrebbe rifiutare ma poiché tale ospitalità era così spontanea e generosa accetta. Inizia cosi la sua esperienza israeliana tra gente comune che vive quotidianamente la propria vita. Durante la sua permanenza in Israele sarà sempre ospite di famiglie e dormirà in albergo solo una notte. Con tutti coloro che incontra è costretto a narrare la sua brutta avventura e gli interlocutori si rammaricavano per i comportamenti che un ebreo aveva avuto nei suoi confronti, ma spiega La Cava “erano uomini soprattutto e sapevano contemplare ironicamente i misteri della natura umana” e aggiunge “pareva di trovarmi in mezzo ad amici di antica conoscenza”. E’ colpito dall’enorme quantità di alberi presenti in Israele, dall’acqua abbondante in un paese desertico e dalla pressoché assenza di campi abbandonati. Osserva come tra gli ebrei permane sempre un margine di dubbio e perplessità sulle opinioni altrui che consente all’altro di presentarle con tranquillità. Non c’è angolo di Eretz Israel che non visita: Tel Aviv, Askalon, il Neghev, Dimona, Gerusalemme, Beer Sheva. A Tel Aviv vede una poliziotta - a suo dire uscita dal Cantico dei Cantici - intenta a dirigere il traffico ma intenzionata non a elevare contravvenzioni ma ad ammonire e guidare. Più di tutte ricorda e ama Haifa, città del Mar Mediterraneo che sembra Napoli perchè come la città campana è piena di vita e salsedine. Nella zona bassa tutta vita e movimento e nella parte alta più residenziale e tranquilla come il Vomero. Haifa, inoltre, con le sue spiagge e il suo mare gli ricorda la Calabria. Poi finalmente La Cava incontra la ragione del suo viaggio: Adolf Eichmann. Il processo si svolgeva in un clima estremamente composto perché probabilmente il silenzio era la risposta più confacente alla tragedia della Shoah. Dopo aver preso posto tra i banchi della stampa lui, accreditato dal Corriere Meridionale il più piccolo ma non il meno degno, si trova di fronte Eichmann che ignora il pubblico. E’ agghiacciante, nella sua semplicità, la descrizione di Eichaman tutto preso dalle sue carte e dalle sue matite. Come un impiegato modello che tiene la scrivania in ordine, come se non fosse responsabile della morte di milioni di uomini. Come se la carta giusta avrebbe potuto salvarlo. Si! La carta giusta, protocollata in tempo e inserita nel faldone di competenza. La Cava precisa che, non avendo obblighi pressanti di corrispondenza rispetto agli altri giornalisti, si dedica a pensare molto ad Eichmann e a chi realmente fosse e quale pena meritasse. Osserva che le sue labbra non avevano mai sorriso ne pianto e si rende conto che l’incontro con Eichmann lo ha avvicinato agli abissi del male.

Tonino NOCERA

domenica 16 settembre 2007

Buongiorno a tutti.
Comincia oggi questa nuova avventura.
Cosa vuol dire il nome del blog?
Lo saprete alla prossima puntata.
Shalom.