Sono stato a Roma all'Ambasciata di Taiwan presso la Santa Sede per un ricevimento
nell'anniversario della Festa della Repubblica (10 ottobre) e non ho aggiornato il blog.
Ho letto del capomanipolo Storace e dei suoi comportamenti. Così come in Germania
alcuni suoi camerati si sono fatti fotografare a Dachau con il saluto romano.
Triste ma prevedibile quando si abbassa la soglia di guardia; quando si sostiene che
partigiani e repubblichini erano uguali!
Per questo week-end vorrei farvi ascoltare Ute Lemper che ha tenuto un concerto a
RC ma non è possibile; vi posso solo far leggere questo articolo su nun personaggio misterioros: Sir Basil Zaharoff.
Shabbat shalom, Tonino.
Tra i personaggi che vissero a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento il più misterioso fu senz’altro Sir Basil Zaharoff, al quale ben si adatta la definizione di Ruyard Kipling: “per metà diavoli e per metà fanciulli”.
E’ difficile narrare la storia di un uomo così enigmatico anche perchè lui stesso tendeva a rendere la sua vita ancora più oscura. Aveva posto una barriera tra sé e il mondo ed era indifferente alle opinioni altrui sul suo conto. Le testimonianze dell’epoca sono poi rare e spesso discordanti. Affermato e ricco Zaharoff sarà nominato Baronetto e insignito della Legion d’Onore. Si troverà a suo agio a Londra e a Parigi come a Montecarlo.
Ma da dove proveniva? Quali erano le sue origini? Perché fa di tutto per rendersi misterioso? I documenti che lo riguardano non si trovano. Quando acquista un castello in Francia compra tutte le cartoline che lo riproducono e vieta di stamparne altre. Non ama apparire e farsi notare.
Ma negli ultimi anni di vita si dedica a opere benefiche. Un premio letterario in Francia; un centro medico ad Atene; sostiene economicamente molti studenti greci a Parigi. Cede uno splendido palazzo a Parigi per l’ambasciata del Regno di Grecia che lo premia con la Croce dell’Ordine del Salvatore.
Il suo stile di vita era estremamente spartano. Quando sedeva al Cafè di Paris di Montecarlo consumava solo una bottiglia di acqua minerale, pagava regolarmente l’importo esatto e non dava mai la mancia.
Ma prima di Basil Zaharoff è necessario parlare della sua famiglia e di quanto accadde nel 1821 a Costantinopoli - grande e cosmopolita capitale dell’Impero Ottomano - dove i turchi assaltano i quartieri abitati dai greci che scappano verso la Russia.
Tra i profughi c’è una famiglia di nome Zacharios o Zacharias, che secondo alcuni è una forma grecizzata di Sahar o Zohar che sarebbero nomi ebraici. In Russia il cognome si trasforma in Zacharoff ossia Sahar più la desinenza russa off. La famiglia si stabilisce prima a Kiscinev in Bessarabia e poi a Ociakov piccolo porto sul Mar Nero nei pressi di Odessa che sarà meta di un successivo trasferimento. Dopo qualche anno torna a Costantinopoli dove il capofamiglia si dedica al commercio di tessuti intrattenendo rapporti commerciali con il Regno Unito. A Mugola, un paese fra i monti dell’Anatolia, nasce il 6 ottobre 1849 il nostro uomo. Non c’è nessun documento che lo attesti; o meglio c’è, ma è singolare. Si tratta di una dichiarazione del 1892 in cui Joannis Diamantopoulos e Alexandre Georgiu attestano che il 6 ottobre 1849 è nato a Mugola Zacharie Vasilou Zacharoff e sempre nella stessa città è stato battezzato l’8 ottobre successivo. Quindi due persone dichiarano quanto accaduto 43 anni prima con notevole precisione. Una memoria non comune.
Costantinopoli offre molte opportunità per un giovane sveglio e ambizioso come Zaharoff che comincia come guida turistica per turisti danarosi. Ruolo che, secondo alcuni, comprendeva anche l’attività di prosseneta.
In seguito Zaharoff lavora con uno zio materno che oltre a un compenso fisso gli promette una percentuale sui guadagni. Ma la somma promessa tarda e allora Zaharoff decide di prelevarla personalmente dalla cassa. Subito dopo va (o fugge) a Londra, dove - raggiunto dalla denuncia dello zio - è arrestato. Il processo si presenta difficile per Zaharoff che non può dimostrare la propria innocenza ma, casualmente e improvvisamente, trova la dichiarazione scritta dallo zio ed è assolto. Sembra di essere in una novella delle Mille e una notte. Il processo, ampiamente commentato dai giornali londinesi dell’epoca, contribuisce a renderlo famoso.
Chiusa la parentesi londinese si trasferisce ad Atene in cerca di fortuna. Qui è protagonista di un episodio degno de Il Conte di Montecristo.
Il Mikra Ephimere ossia Il piccolo giornale scrive che Zaharoff è rimasto ucciso durante un tentativo di fuga da Garbala, la prigione di Atene. Ma un uomo politico, Stephanos Skuludis che lo ha sempre aiutato e difeso dalle maldicenze sul suo conto, non crede a tutto ciò. Intraprende perciò un’indagine personale e scopre che Zaharoff non è mai stato detenuto. Però c’è stato un tentativo di fuga culminato con la morte dell’evaso. A questo punto, come nei migliori romanzi d’appendice, si impone una riesumazione del cadavere, ma i resti mortali non appartengono a Zaharoff. Un giornalista, rivale d’amore di Zaharoff, si è inventato la storia. Ma ad Atene avviene l’incontro decisivo per la sua vita: un capitano svedese che rappresenta la ditta inglese Nordenfeldt, una delle maggiori industrie d’armi. Lo scandinavo cerca qualcuno che possa sostituirlo: Zaharoff fa al caso suo. Dopo quell’incontro, sarà tutto un crescendo. Immediatamente riesce a far commissionare una consistente ordinazione di artiglieria alla Sublime Porta. E’ l’inizio di una leggenda e di una carriera nel mondo dei mercanti d’armi. Si stabilisce a Parigi. E’ un giovane elegante. Sembra uno dei tanti damerini che animano la brillante vita parigina. Ma un osservatore attento noterebbe il passo da belva, pronta a ghermire senza pietà. Anche lo sguardo è molto indicativo: duro e deciso. La mancanza di guerra non fermano gli affari, anzi i periodi di pace sono i più proficui perchè ci si prepara acquistando armi. Inoltre, durante le guerre tutte le industrie si dedicano a produrre armi e la concorrenza è spietata. Zaharoff rappresenta la ditta Nordefeldt per i Balcani: un’area interessante. Il malato d’Europa è in agonia e le grandi potenze smaniano dalla voglia di dividersi le spoglie.
La sua ditta in quegli anni ha un nuovo articolo: il sottomarino. Come tutti i nuovi prodotti è difficile da vendere, bisogna superare pregiudizi e ostilità verso tutto ciò che è nuovo. Ma Sir Basil non si perde d’animo riesce a venderne due alla flotta greca e subito a quella turca. I russi nemici storici dei turchi non restano indietro: due sottomarini anche per loro. Questa sarà una caratteristica costante della carriera di Zaharoff; essere fornitore di entrambi gli schieramenti. Niente di personale: solo affari. Il traguardo dei quarant’anni vede Zaharoff a San Pietroburgo dove diventa amico del comandante dell’artiglieria imperiale: un contatto prezioso. Intanto, cominciano a diffondersi voci sul suo conto. Lui non smentisce nulla, ma lascia filtrare altre notizie. Tutto contribuisce ad aumentare il mistero su di lui. Diventa difficile distinguere ciò che vero da ciò che è frutto di fantasia. Una sapiente operazione di confusione che stende un alone di mistero e soprattutto impedisce di conoscere realmente qualcosa sulla sua vita. Si diffondono molti aneddoti sui metodi usati per convincere i clienti. Nel corso di un ricevimento nasconde una banconota di mille rubli nel portasigarette e offre una sigaretta al suo interlocutore, il quale subito ne chiede un’altra. E che dire del lampadario di una casa privata che chiede di acquistare, in quanto collezionista di lampadine, per centodiecimila rubli. La risposta del proprietario è che essendo un antico cimelio di famiglia può cederlo solo per centocinquantamila rubli. E per finire la storia del panfilo. Trovandosi a colloquio con un alto esponente dell’Ammiragliato ricorda il panfilo regalato al suo predecessore. Immediata la reazione dell’interlocutore che dichiara di non essere disponibile ad accettare regali. Zaharoff replica con altrettanta indignazione che non era sua intenzione donare il panfilo ma solo venderlo per dieci sterline. Il funzionario si tranquillizza e chiede di acquistarne due: uno per sé e l’altro per il figlio.
Ma ben presto Sir Basil lascia San Pietroburgo e nel frattempo incontra - su un treno svizzero diretto a Parigi - la persona che avrà un ruolo fondamentale nella sua vita: Maria del Pilar Antonia Angela Patrocinio Simona de Muguiro y Beruete. Una nobildonna spagnola che dopo il matrimonio con il duca di Marchena, cugino del Re di Spagna Alfonso XII, è diventata duchessa di Villafranca de los Caballeros. Ma dietro i titoli e i nomi altisonanti si nasconde una grave tragedia. Il marito è affetto da disturbi psichici che secondo i medici lo condurranno presto alla morte. La duchessa è affascinata da Sir Basil, ma da cattolica non pensa minimamente al divorzio e si prepara ad aspettare la morte del marito. Una lunga attesa che durerà 30 anni. Si sposeranno il 22 settembre 1924 nel municipio di Arronville vicino Parigi. Settantasette anni lui, settanta lei. La loro residenza sarà il castello di Balincourt appartenuto alla baronessa Carolina de Vaughan, moglie morganatica di Lepoldo, re del Belgio. Ma il matrimonio non durerà a lungo; dopo un anno e mezzo la neosignora Zaharoff muore.
Intanto Zaharoff consolida la sua posizione economica e inizia ad operare anche in America Latina. La guerra ispano-americana e quella per la secessione di Panama dalla Colombia sono occasioni che non si lascia sfuggire. Dopo il Sud America è la volta dell’Asia. La Marina Imperiale Nipponica deve far costruire un incrociatore. La scelta si è ridotta a due società inglesi: l’Armstrong e la Vickers presieduta da Zaharoff. Il contrammiraglio Fugi è inviato in Inghilterra per individuare l’offerta migliore e opta per quella della Vickers. Si conosceranno in seguito i suoi rapporti di amicizia con Zaharoff e le somme di denaro ricevute. La guerra russo-giapponese sarà fonte di notevoli guadagni. Qualcuno inizia a parlare di un vero e proprio metodo Zaharoff. Di cosa si tratta? Individuare la persona da contattare e scoprire tutto di lui: passioni, segreti, gusti. Meglio se si lavora con più persone; opereranno tutte per tenere celato il segreto. Armare contemporaneamente due stati nemici. Favorire i pagamenti dilazionati e aiutare a contrarre prestiti. Bisogna anche invogliare gli acquirenti facendoli sentire minacciati. A questo servono le entrature negli alti comandi militari e nei consigli dei ministri ma anche tra i giornali che enfatizzano minacce reali o le inventano. Tale metodo è più sicuro, quando non è necessario comprare i giornalisti perché si possiedono i giornali. Tra l’altro, oltre ad essere proprietario di riviste illustrate che a sua volta possiedono quotidiani - un lungo giro per depistare – Zaharoff, per sostenere le ragioni delle potenze dell’Intesa durante la Grande Guerra, darà vita ad Atene a un’agenzia telegrafica: l’Agence Radio.
Ma intanto si sviluppa in Europa l’industria nazionale. Tutti aspirano a produrre in casa le armi che servono per il proprio esercito e Zaharoff raccoglie la sfida. Contribuisce alla nascita della Vickers-Terni in Italia. L’orgoglio nazionale è salvo e il portafoglio personale anche.
I congressi e trattati di pace che seguono la Prima Guerra Mondiale vedono l’uomo dalla barbetta a punta esercitare un ruolo occulto e determinante principalmente in quell’area che si avvia a diventare strategica sullo scacchiere mondiale: il Medio Oriente. Emil Ludwig nel suo dramma Versailles riservò una parte anche a Zaharoff che nell’opera afferma: “Auguro a tutti i re e a tutti i ministri una coscienza tranquilla come la mia”. Comincia così un’altra avventura in un settore che sarà strategico per l’economia mondiale: il petrolio.
Addirittura c’è che ci sostiene che riuscirà ad ottenere delle concessioni petrolifere in Algeria, ma non estrarrà il petrolio lo lascerà sottoterra per fini speculativi.
Secondo Christoph Lindeberg - che ne scrisse nel suo libro La tecnica del male - Zaharoff fu uno dei finanziatori di Hitler. E’ vero? E a quale scopo?
Gli ultimi anni lo vedono come un tranquillo pensionato che si ritira in buon ordine dinanzi allo scorrere della sabbia nella clessidra. Ma lo sguardo, ancora una volta, tradisce l’animo determinato. Alla sua morte ci sarà chi si limiterà a commentare che si tratta di una falsa notizia essendo Zaharoff morto da tempo.
Tonino NOCERA
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