Il portavoce romano di Forza Nuova ha contestato i lavori del convegno (definito dai forzanovisti convention sionista) sui dissidenti nel mondo islamico svoltosi a Roma, lo rivela il sito della formazione politica che denuncia il silenzio della stampa sulla loro iniziativa.
Secondo F.N. si tratta sempre e comunque di un complotto sionista.
Nulla di nuovo sotto il sole. Ma come si fa a formare coalizioni con questo movimento
così antisemita e antiamericano? Eppure spesso il centrodestra così formalmente amico
di Israele e degli Stati Uniti lo fa. Ma anche la Lega non è da meno basta leggere la Padania.
domenica 16 dicembre 2007
domenica 9 dicembre 2007
OCCUPAZIONE
A Saint Vincent è stato assegnato il Premio "Donna dell'Anno" a Lily Traubmann israeliana e
a Ayesh Nayla, palestinese. Quest'ultima ha dichiarato che: "Non ci potrà essere pace fin quando
durerà l'occupazione".
Peccato che abbia dimenticato Gaza dove gli israeliani non ci sono da due anni ormai.
In cambio hanno ottenuto Kassam a valanga e le condizioni di vita dei palestinesi non
sono migliorate.
T.N.
a Ayesh Nayla, palestinese. Quest'ultima ha dichiarato che: "Non ci potrà essere pace fin quando
durerà l'occupazione".
Peccato che abbia dimenticato Gaza dove gli israeliani non ci sono da due anni ormai.
In cambio hanno ottenuto Kassam a valanga e le condizioni di vita dei palestinesi non
sono migliorate.
T.N.
giovedì 6 dicembre 2007
INIZIATIVE
Segnalo tre iniziative interessanti
1) Un convegno che si svolgerà a Roma dal 10 all'11 dicembre organizzato
dall' Adelson Institute di Gerusalemme e dalla Fondazione Magna Charta.
"La battaglia per la democrazia nel mondo islamico".
2)Una mostra a Gerusalemme sui rapporti tra Italia ed Ebraismo
"Roma e Gerusalemme un ponte lungo venti secoli"
qui l' articolo di R. A. Segre su Il Giornale del 6.12.2007
Clicca sul link seguente per leggere l'articolo: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=22809
3)
Bassam Eid: un dissidente palestinese all'Università di Torino
Mercoledì 12 dicembre, alle ore 12.00, nell'ambito del corso di Geografia Culturale (prof.ssa Daniela Santus) della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Torino, in aula 5 del Palazzetto A. Moro (V. S.Ottavio 12 Torino), il Direttore del Centro Palestinese per il Monitoraggio dei Diritti Umani (Ramallah), dott. Bassam Eid, terrà una lezione su:
“La battaglia per la democrazia e i diritti umani in Palestina”
Bassam Eid è un giornalista palestinese, oltre che un attivista per i diritti umani. Tra il 1988 e il 1995 ha scritto per quotidiani palestinesi come "Al-Quds" e "Al-Nahar", oltre che per il New York Times, il Washington Post, The Guardian e molti altri. Attualmente è Direttore del Palestinian Human Rights Monitoring Group (PHRMG), dopo aver lavorato per sette anni come ricercatore presso l'associazione pacifista israelo-palestinese B' T Selem. Nel 1992 ha ottenuto il Premio Emil Grunsweig per i Diritti Umani; nel 1996 il premio McGill/InterAmicus Robert S. Litvak Memorial Human Rights, sempre per la sua difesa dei Diritti Umani. Nel 1999 la Fondazione Gleitsman gli ha ulteriormente conferito l'International Prize Activist, riconoscendo il suo continuo sforzo per portare la pace in Medioriente. Nel 2002 ha ricevuto, dalla città di Siena, il premio Informazione senza Frontiere.
Il Centro che Bassam Eid attualmente dirige monitorizza tutte le violazioni dei Diritti Umani, comprese quelle compiute dall'Autorità Palestinese e da Hamas.
Le parole di Bassam Eid:
"Il principale ostacolo sulla via del rinnovamento nei territori palestinesi è rappresentato dagli 'Abu', una generazione di politici che non intende ritirarsi e permettere ai giovani di emergere e traghettare il Paese verso la pace", ha denunciato il giornalista palestinese. "Ci avevano detto che con la morte di Abu Ammar (Yasser Arafat, ndr), ci sarebbe stato il salto di qualità, ma poi è arrivato Abu Ala, seguito da Abu Mazen e da altri Abu, tutti uomini provenienti dalla lotta armata e con un bagaglio di odio e di conti da regolare", ha aggiunto Eid. Bassam Eid non crede che il governo d'unità nazionale annunciato da Hamas sia una soluzione ai principali problemi della società palestinese. "Il problema siamo noi, è dentro di noi, è una questione culturale che non può essere risolta con rimpasti governativi e nuove alleanze politiche". "I disastri provocati dal governo di Hamas - ha insistito Eid - sono tali da far rimpiangere ai palestinesi di Gaza i tempi dell'occupazione israeliana". Commentando il tema della seduta, il terrorismo suicida, Bassam Eid si è espresso apertamente contro ogni azione suicida. "In nessuna circostanza, in nessun modo e per nessuna ragione, si può uccidere altri, immolando il proprio corpo", ha detto. "Su una terra bagnata di sangue non possiamo costruire la nostra casa all'ombra dell'ulivo della pace", ha concluso l’esperto (Giordano Deneri Agenzia Radicale 14 settembre 2006; http://www.siciliaradicale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=542&Itemid=33 ).
1) Un convegno che si svolgerà a Roma dal 10 all'11 dicembre organizzato
dall' Adelson Institute di Gerusalemme e dalla Fondazione Magna Charta.
"La battaglia per la democrazia nel mondo islamico".
2)Una mostra a Gerusalemme sui rapporti tra Italia ed Ebraismo
"Roma e Gerusalemme un ponte lungo venti secoli"
qui l' articolo di R. A. Segre su Il Giornale del 6.12.2007
Clicca sul link seguente per leggere l'articolo: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=9&sez=120&id=22809
3)
Bassam Eid: un dissidente palestinese all'Università di Torino
Mercoledì 12 dicembre, alle ore 12.00, nell'ambito del corso di Geografia Culturale (prof.ssa Daniela Santus) della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Torino, in aula 5 del Palazzetto A. Moro (V. S.Ottavio 12 Torino), il Direttore del Centro Palestinese per il Monitoraggio dei Diritti Umani (Ramallah), dott. Bassam Eid, terrà una lezione su:
“La battaglia per la democrazia e i diritti umani in Palestina”
Bassam Eid è un giornalista palestinese, oltre che un attivista per i diritti umani. Tra il 1988 e il 1995 ha scritto per quotidiani palestinesi come "Al-Quds" e "Al-Nahar", oltre che per il New York Times, il Washington Post, The Guardian e molti altri. Attualmente è Direttore del Palestinian Human Rights Monitoring Group (PHRMG), dopo aver lavorato per sette anni come ricercatore presso l'associazione pacifista israelo-palestinese B' T Selem. Nel 1992 ha ottenuto il Premio Emil Grunsweig per i Diritti Umani; nel 1996 il premio McGill/InterAmicus Robert S. Litvak Memorial Human Rights, sempre per la sua difesa dei Diritti Umani. Nel 1999 la Fondazione Gleitsman gli ha ulteriormente conferito l'International Prize Activist, riconoscendo il suo continuo sforzo per portare la pace in Medioriente. Nel 2002 ha ricevuto, dalla città di Siena, il premio Informazione senza Frontiere.
Il Centro che Bassam Eid attualmente dirige monitorizza tutte le violazioni dei Diritti Umani, comprese quelle compiute dall'Autorità Palestinese e da Hamas.
Le parole di Bassam Eid:
"Il principale ostacolo sulla via del rinnovamento nei territori palestinesi è rappresentato dagli 'Abu', una generazione di politici che non intende ritirarsi e permettere ai giovani di emergere e traghettare il Paese verso la pace", ha denunciato il giornalista palestinese. "Ci avevano detto che con la morte di Abu Ammar (Yasser Arafat, ndr), ci sarebbe stato il salto di qualità, ma poi è arrivato Abu Ala, seguito da Abu Mazen e da altri Abu, tutti uomini provenienti dalla lotta armata e con un bagaglio di odio e di conti da regolare", ha aggiunto Eid. Bassam Eid non crede che il governo d'unità nazionale annunciato da Hamas sia una soluzione ai principali problemi della società palestinese. "Il problema siamo noi, è dentro di noi, è una questione culturale che non può essere risolta con rimpasti governativi e nuove alleanze politiche". "I disastri provocati dal governo di Hamas - ha insistito Eid - sono tali da far rimpiangere ai palestinesi di Gaza i tempi dell'occupazione israeliana". Commentando il tema della seduta, il terrorismo suicida, Bassam Eid si è espresso apertamente contro ogni azione suicida. "In nessuna circostanza, in nessun modo e per nessuna ragione, si può uccidere altri, immolando il proprio corpo", ha detto. "Su una terra bagnata di sangue non possiamo costruire la nostra casa all'ombra dell'ulivo della pace", ha concluso l’esperto (Giordano Deneri Agenzia Radicale 14 settembre 2006; http://www.siciliaradicale.it/index.php?option=com_content&task=view&id=542&Itemid=33 ).
martedì 4 dicembre 2007
D'ALEMA
In un incontro con gli alunni di una scuola romana Massimo D'Alema si è dichiarato contrario
alle nozze per gli omosessuali perchè offenderebbe il sentimento religioso di molti italiani che
considerano il matrimonio un sacramento. Non riesco a comprendere come possa offendermi
ciò, ma se così fosse dovrebbero offendermi anche i tanti pubblici concubini che abbondano
tra i parlamentari. Che fare? Farli decadere dal mandato sino a quando non regolarizzano
la loro posizione dinanzi alla Chiesa? Già, ma chi resterebbe in parlamento? Chi scrive ha atteso
anni per una decisione del Tribunale Ecclesiastico ma è stanco di sentire parlare di valori familiari da parte di chi cambia moglie o compagna con disinvoltura e quando va bene è sposato solo civilmente.
Ma la parte migliore di D'Alema è quando imputa alle crociate l'effetto scatenante del terrorismo.
Saranno le cattive compagnie mediorientali?
Shalom, Tonino.
p.s. tutto è scritto sul Corriere della Sera del 4.12.2007
alle nozze per gli omosessuali perchè offenderebbe il sentimento religioso di molti italiani che
considerano il matrimonio un sacramento. Non riesco a comprendere come possa offendermi
ciò, ma se così fosse dovrebbero offendermi anche i tanti pubblici concubini che abbondano
tra i parlamentari. Che fare? Farli decadere dal mandato sino a quando non regolarizzano
la loro posizione dinanzi alla Chiesa? Già, ma chi resterebbe in parlamento? Chi scrive ha atteso
anni per una decisione del Tribunale Ecclesiastico ma è stanco di sentire parlare di valori familiari da parte di chi cambia moglie o compagna con disinvoltura e quando va bene è sposato solo civilmente.
Ma la parte migliore di D'Alema è quando imputa alle crociate l'effetto scatenante del terrorismo.
Saranno le cattive compagnie mediorientali?
Shalom, Tonino.
p.s. tutto è scritto sul Corriere della Sera del 4.12.2007
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